“Se vuoi essere migliore di noi, caro amico, viaggia.” Johann Wolfgang Goethe
Voglio cominciare la sezione dei viaggi parlando della città medievale di Carcassonne, un luogo dove il viaggiatore dimentica repentinamente le automobili, la folla delle vacanze e la fretta frenetica dei suoi contemporanei.
Il tempo si cristallizza, il viaggiatore si spoglia degli abiti di turista e ritrova, naturalmente, lo spirito di quegli innumerevoli viandanti e cavalieri che percorrevano 7 o 8 secoli fa le strade polverose dei pellegrinaggi del commercio e della guerra. Abitato fin dall’antichità questo sito ha visto l’alternarsi di Galli, Romani, Visigoti, Saraceni e Franchi. Nel 1208 il Papa Innocenzo III proclama la crociata contro l’eresia catara. Carcassonne capitola il 15 agosto 1209. Nel 1226 la viscontea di Carcassonne viene annessa ai territori reali e diventa un siniscalcato. E’ in quest’ epoca che la cittadella assume l’aspetto di fortezza che conserva ancora oggi. Fino alla pace dei Pirenei nel 1659, Carcassonne è sentinella della frontiera tra Francia e Aragona. Nel XIX secolo l’architetto Viollet-le-Duc si occupa dei restauri della città, restituendole il suo aspetto medievale. “Restaurare una costruzione, ciò non è mantenerlo, ripararlo o rifarlo, è ristabilirlo in uno stato completo che può non essere mai esistito fino a quel momento”. Fa aggiungere alle torri dei tetti appuntiti rivestiti in ardesia ripristinando l’aspetto che la cittadella reale aveva alla metà del duecento. Dal 1997 è iscritta nel Patrimonio mondiale dell’ Unesco. Il viaggiatore vede le stesse mura dorate che vedevano il pastore quando conduceva il suo gregge verso il razès o la Montagna Nera, il canonico che si dirigeva, sul dorso della sua mula verso il vescovado, il cataro che volgeva i suoi passi verso il castello, complice di qualche signore favorevole ai predicatori eretici. Egli contempla queste torri e queste mura di cinta che echeggiano di frastuoni di battaglia, di nitriti, di sibili di dardi. Vede i cavalieri spuntare al galoppo dalle porte o i borghesi proscritti fuggire in camicia sui pendii pietrosi…