Fino al 5 giugno il chiostro del Bramante ospita la mostra “Alma Tadema e i pittori dell’ 800 inglese” con quadri provenienti dalla superba collezione di Simon Perez, un magnate messicano, braccio destro di Carlos Slim, citato per anni alle prime posizioni della classifica degli uomini più ricchi al mondo.
La collezione, che vanta opere che vanno dal Cinquecento ad oggi , è considerata la più importante dell’ America Latina e raccoglie moltissimi quadri del cosiddetto Aesthetics Movement, al quale fanno capo i padri preraffaelliti e al quale fa da sfondo l’Inghilterra dell’età vittoriana.
Come dice la stessa parola “preraffaelliti”, essi si ispiravano all’arte prima di Raffaello Sanzio in un chiaro intento antiaccademico, quale accademica e manierista era l’arte in voga durante la seconda metà dell’ 800 inglese. Il capostipite della scuola fu Dante Gabriel Rossetti ma altri esponenti furono Hughes, Waterhouse, Jones fino ad artisti associati al movimento in senso più lato come ad esempio Alma Tadema. La mostra esibisce i temi dominanti di questa pittura: la donna, il mito della Grecia classica e della Roma imperiale, gli interni di case, nonché personaggi e miti medievali.
La donna è rappresentata nella sua sensualità di femme fatale, bella e maledetta, bella senz’anima. Una cosa che mi ha molto colpito è proprio l’assenza di anima, di empatia che si crea nello spettatore dinanzi ai dipinti, cosa che di sicuro non rende le opere meno mirabili sul piano estetico dove, a mio avviso, si raggiungono alti livelli di perfezione formale.
Sono tele, quelle in mostra, che ruotano intorno alla mitologia (come la bellissima “Crenaia, la ninfa del torrente Dargle” di Leighton), al Medioevo e ai drammi shakespeariani, ma anche a scene di apparente quotidianità che si trasformano in quadri di enigmatica bellezza come “Una nube passa” di Arthur Hughes fino all’apoteosi della storia antica che diviene leggenda, come nel capolavoro di Alma Tadema “Le rose di Eliogabalo”.
IL DIPINTO E’ STATO ALLESTITO AL TERMINE DELLA MOSTRA, A SUGELLO DI UN PERCORSO ESPOSITIVO MOLTO VARIEGATO CHE TOCCA I PUNTI SALIENTI DELLA PARABOLA ARTISTICA DEI PITTORI PRERAFFAELLITI; AD ESSO E’ STATA DEDICATA UN’INTERA SALA, POCO PRIMA DELL’USCITA, IMMERSA NEL BUIO ILLUMINATA SOLO DA UNA LUCE CALDA CHE ACCENTUA ANCORA DI PIU’ IL FASCINO MISTERIOSO DELL’OPERA, PONENDO L’ ENFASI SUL ROSA BRILLANTE DEI PETALI CHE IMMETTONO DIRETTAMENTE LO SPETTATORE IN UN’ATMOSFERA QUASI SOGNANTE DAL SAPORE ANTICO.
ELIOGABALO FU UN IMPERATORE ROMANO DELLA DINASTIA DEI SEVERI, NOTO ALL’EPOCA PER IL SUO ECCENTRISMO E PER LE SUE BIZZARRIE E CHE A CAUSA DELLA SUA POLITICA RELIGIOSA E DEI SUOI ECCESSI SESSUALI FU MALVISTO DAL POPULUS ROMANUS, TANTO DA ESSERE ANCHE MARCHIATO DALLA DAMNATIO MEMORIAE. INSOMMA FU UN PERSONAGGIO MOLTO CONTROVERSO, QUASI DIMENTICATO NEL MEDIOEVO, MA CHE FU POI CONSACRATO AD EROE DECADENTE DURANTE IL ROMANTICISMO, PROPRIO PER IL SUO FASCINO MALEDETTO E PER IL SUO CARATTERE DECISAMENTE VIZIOSO, OPPOSTO ALL’ETICA BORGHESE DOMINANTE NELL’INGHILTERRA VITTORIANA.
IL DIPINTO NARRA L’EPISODIO IN CUI, DURANTE UN BANCHETTO, ELIOGABALO BURLESCAMENTE FECE CADERE DAL SOFFITTO UNA MOLTITUDINE DI PETALI DI ROSE E VIOLE, CHE PER LA MOLE CAUSO’ LA MORTE DI ALCUNI CONVITATI PER SOFFOCAMENTO. IL PUNTO DI VISTA DELLA RAFFIGURAZIONE E’ DAL BASSO VERSO L’ALTO E IL VISITATORE SEMBRA PARTECIPARE DIRETTAMENTE ALLA SCENA DALLA PROSPETTIVA DEI CONVITATI, MENTRE IL PIANO DI ELIOGABALO E’ SUPERIORE E QUESTO LO RENDE UNO SPETTATORE PRIVILEGIATO DI UNO SHOW GROTTESCO, PERCHE’ CONFUSO TRA DIVERTIMENTO E MORTE, CHE INDUCE L’OSSERVATORE A DIVENIRE IMMMEDIATAMENTE EMPATICO NEI CONFRONTI DEGLI OSPITI OGGETTO DELLO SCHERZO.
L’OPERA E’ SUBLIME, ALMA TADEMA E’ RIUSCITO A RAPPRESENTARE QUALCOSA DI INTANGIBILE, LA GRAVITA’ DEI PETALI DI ROSA CHE SEMBRANO QUASI ESSERE SOSPESI LI’ NELL’ARIA: L’ESTREMA RAFFINATEZZA FORMALE, IL SAPORE DI EROS E THANATOS CHE PERVADE L’OPERA NONCHE’ IL RIFERIMENTO ALLA STORIA ANTICA E ALL’ICONOGRAFIA CLASSICA EVIDENTE NELLA RAFFIGURAZIONE DEI PERSONAGGI , DELLE VESTI E DELL’ARCHITTETTURA DEGLI INTERNI, RENDONO IL DIPINTO UNA PERFETTA SINTESI DI TUTTA L’ESTETICA DECADENTE E LO CONSACRANO A SUMMA DELL’ARTE PRERAFFAELITA.